Dal progetto di Cesare Lombroso

Brochure con alcune invenzioni di A. M. Perkins, © Baker Perkins Historical Society

Angier March Perkins

Nato nell’agosto del 1799, Perkins proveniva da una famiglia di ingegneri ed inventori attivi nel campo del riscaldamento e della ventilazione degli edifici. Egli sviluppò un sistema di riscaldamento basato sull’utilizzo di acqua calda ad alta pressione ed è proprio a questo proposito che Lombroso lo cita nel suo progetto. Grazie alle dimensioni ridotte e alla sua adattabilità, il brevetto Perkins venne adottato in innumerevoli edifici, dal British Museum di Londra fino ad abitazioni private. Riguardo il sistema Perkins l’architetto C. J. Richardson scrisse: “The superiority of Mr. Perkins’s apparatus consists in his having availed himself to the utmost of the great advantages presented by water as a circulating medium for transmitting heat, and which, until his system appeared, had only been, as before seen, very insufficiently and imperfectly applied. In its simplest form, the apparatus consists of a continuous or endless tube, closed in all parts and filled with water; about one eleventh part of which tube, being coiled in any suitable form, is placed in the furnace, and the other ten elevenths are heated by the circulation of the hot water which flows from the top of the coil, and cooling in its progress through the building, returns into the bottom of the coil to be re-heated. The procuring a circulation of water through such small tubes is obtained by the extreme expansibility of water, which is much greater than any other fluid.”

Charles James Richardson, A Popular Treatise on the Warming and Ventilation of Buildings (1856)

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Sistemi di riscaldamento ad acqua calda (1877), © Gerstein Science Information Centre

M. Gronvelle

Nel suo progetto di manicomio Cesare Lombroso cita Gronvelle in relazione al sistema di riscaldamento: l’ingegnere aveva infatti inventato un particolare sistema misto basato sulla contemporanea circolazione di acqua calda e di vapore. Così viene descritta l’invenzione in un testo ottocentesco: “A mixed system, which appears to be very advantageous, has been invented by M. Gronvelle, an engineer. This consist in combining hot water heating with heating by steam. The latter is employed to heat the water contained in stoves fixed on the various flats or rooms of a building, like those described under the head of hot water apparatus open to the air. Hospitals, prisons and large public offices can be healthily and economically warmed in this way”. Tale soluzione, ci informa Lombroso, era stata proposta per le prigioni cellulari di Parigi e non viene adottata dall’alienista “solo perché richiede una complicazione di apparecchi e quindi una spesa non indifferente”.

Amédée Guillemin, The Applications of Physical Forces (1877)

Per approfondire:

Rappresentazione dell’Hospice Guislain (XIX secolo), © Collection Dr. Guislain

Joseph Guislain

Joseph Guislain fu un pioniere della psichiatria. Il suo pensiero si basava sulla teoria della terapia morale, che mirava alla creazione di uno spazio in cui l’alienato potesse trovare pace e tranquillità. Tale pensiero venne applicato nella costruzione dell’Ospedale Psichiatrico di Ghent, sotto la direzione di Guislain dal 1828: tutti quegli elementi che davano alla struttura un aspetto reclusorio vennero infatti mascherati. Proprio a proposito di questo espediente Guislain viene citato nel progetto lombrosiano. Il Giornale della R. Accademia di Torino lo ricorda così: “La memoria del Guislain è singolarmente venerata nel Belgio a motivo delle impareggiabili doti dell’animo suo esercitate in pro degli infelici che aveva impreso a curare con predilezione, in appoggio alla gioventù studiosa, ed infine in sussidio di chiunque ricorresse all’opera sua. Il Guislain intraprese viaggi scientifici specialmente in Italia, Francia, Inghilterra e Olanda e nei diversi paesi che percorreva raccolse materiali riguardanti non solo gli ospizi dei mentecatti ma le opere tutte di beneficenza, i loro modi di amministrazione, i caratteri etnologici dei popoli che visitava, il loro modo di vivere, i temperamenti, le infermità e malattie predominanti e molti altri argomenti d’igiene pubblica, e di climatologia in modo che le sue lettere mediche d’Italia e d’Olanda specialmente formano due opere pregievolissime tanto dal lato scientifico che dal letterario e filosofico.”

Giornale della R. Accademia di Torino (1867)

Per approfondire:

Manicomio di St. Anne a Parigi

Henri Girard De Cailleux

“Henri Girard de Cailleux (1814-1884), nominato il 20 giugno 1840 primario e direttore del ricovero per alienati di Auxerre, propone la costruzione di manicomi in cui, in conformità ai principi del trattamento morale, vengano utilizzati l’isolamento, la classificazione e la destinazione al lavoro degli alienati. Egli sviluppa le sue concezioni in una serie di pubblicazioni: De l’organization et de l’administration des éstablissements d’aliénés, De la construction, de l’organisation et de la direction des asiles d’aliénés. Nominato nel 1860 da Haussmann alla carica di ispettore generale del servizio degli alienati della Senna, Girard de Cailleux, nel contesto di riorganizzazione del Servizio di assistenza agli alienati, propone nel 1861 un programma di costruzione di una decina di manicomi nella periferia parigina, sul modello di quello di Auxerre, che egli trasforma dopo la sua nomina di direttore. Nel maggio del 1867, il Sainte-Anne inizia la sua attività, seguito nel 1868 dalla Ville-Evrard, poi da Perray-Vaucluse nel 1869, e, più tardi, nel 1884, da Villejuif.”

Michel Focault, Il potere psichiatrico. Corso al Collége de France (2006)

Tabella di suddivisione dei quartieri tratta dai Principi di Parchappe, © Bibliothèque Nationale de France

Jean Baptiste Parchappe

Jean Baptiste Maximien Parchappe de Vinay (Epernay 1800- Parigi 1866) fu un alienista e psichiatra francese. Studiò medicina a Rouen e Parigi, ottenendo il dottorato nel 1827. La sua carriera può essere suddivisa in due periodi: inizialmente lavorò come clinico in un asilo in Normandia, dove tentò di trovare un'etimologia specifica per la parola "follia" attraverso uno studio anatomico patologico che comprendeva quasi ottocento cervelli, servendosi quindi degli strumenti della nascente disciplina statistica. I risultati di questo studio pionieristico vennero pubblicati nell’opera Recherches statitiques sur les causes de l’alienation mentale (1839). Successivamente, una volta nominato ispettore d’asilo, ricoprì un ruolo fondamentale nell'applicazione della legge francese del 1838 – il primo inquadramento giuridico nazionale relativo all’internamento psichiatrico e agli istituti annessi. Il suo primo obiettivo era la costruzione di manicomi che soddisfacessero gli standard architettonici specifici per la cura degli alienati. Numerose indicazioni a questo proposito possono essere rintracciate nella sua opera Principes à suivre la fondation et la construction des asiles d’aliénés (1853). Lavorò inoltre per promuovere l'umanizzazione nel trattamento degli internati attraverso importanti innovazioni, come ad esempio l’introduzione dell'ergoterapia.

Per approfondire:

Veduta panoramica del Padiglione Rossi a Mombello, © ASPI

Cesare Castiglioni

Cesare Castiglioni iniziò la sua “carriera psichiatrica” nel 1852, quando venne nominato direttore della Senavra, il primo nucleo manicomiale di Milano. Durante la sua direzione egli introdusse attività innovative: dal 1856 assunse un maestro di musica e nel 1864 introdusse un “teatrino dei pazzi” per le recite dei ricoverati. Castiglioni fu inoltre fra i promotori della costituzione di un nuovo manicomio milanese: l’Ospedale di Mombello, costruito a modello di una colonia agricola. Il dott. Castiglioni è citato da Cesare Lombroso in relazione alle statistiche da lui condotte e pubblicate nella sua opera Sui manicomj della Provincia di Milano: relazione (1869). In questo testo egli presenta una relazione sull’andamento complessivo e sulle “condizioni morali, scientifiche ed economiche” dei manicomi milanesi relative al triennio dal 1866 al 1868. L’immagine che ne emerge è assolutamente negativa: non solo la Senavra viene descritta come un luogo assolutamente inadatto ad accogliere i “mentecatti”, ma anche la più recente succursale di Mombello risulta insufficiente. Oltre ai dati statistici, Castiglioni inserisce nel suo testo una serie di riflessioni sulle cause della pazzia, sulla sopravvivenza dei mentecatti e sulla capacità di guarigione degli stessi, sui metodi di cura, sullo stato economico dei manicomi e sulle cause di morte dei “mentecatti”.

Cesare Castiglioni, Sui Manicomj della Provincia di Milano: relazione (1869)

Per approfondire:

Tabella statistica sul movimento annuo dei ricoverati nel Manicomio di Alessandria, © archive.org

Giuseppe Lodovico Ponza

Giuseppe Lodovico Ponza fu il primo medico capo del manicomio di Alessandria, dal 1856 al 1877. Durante la sua direzione vennero effettuati importanti cambiamenti nelle terapie: tra questi, i più curiosi sono quelli risultanti dalla collaborazione tra Ponza e l’astronomo Secchi. Nel 1875 essi realizzarono stanze monocromatiche interamente dipinte in rosso, blu e viola. In questi ambienti venivano fatti sostare i pazienti, per alcune ore o per intere giornate in relazione alle patologie, per poi osservarne i comportamenti. In un articolo dell’epoca si legge: “Mentre i pazienti messi nelle stanze rosse schiumavano di rabbia, quelli delle stanze blu miglioravano. Forse, commentava uno dei redattori della rivista medica, il colore della luce o dei vestiti aveva sugli internati lo stesso effetto penoso e irritante di una camicia di forza. Dopo tutto, aggiungeva confidentemente, c’è chi sente i colori”. Il dott. Ponza è citato da Cesare Lombroso in relazione alle statistiche da lui condotte tra il 1857 e il 1862 e pubblicate in Intorno ad alcuni prospetti statistici del Manicomio di Alessandria. Questi dati, elaborati in tabelle, riguardano la provenienza dei pazzi in rapporto alla popolazione e alla superficie, le cause, le forme e la durata della follia. Vi sono poi riflessioni sull’influenza del sesso, dell’età, dello stato civile, dei mesi, delle stagioni e delle condizioni atmosferiche nella produzione della pazzia.

Giuseppe Lodovico Ponza, Intorno ad alcuni prospetti statistici del Manicomio di Alessandria (1863)

Per approfondire:

Illustrazioni per l’insegnamento della meccanica (1856), © gettyimages

Arthur Jules Morin

Arthur Jules Morin fu un fisico francese, citato da Lombroso nel suo progetto in relazione al fabbisogno d’aria degli alienati. Un articolo della Rivista Militare italiana, scritto pochi anni dopo il progetto lombrosiano, parla degli studi del Morin sulla ventilazione naturale: “Il maggiore de Benedictis constata la necessità di migliorare le condizioni di salubrità dei luoghi abitati ad uso collettivo, e svolge i principi sui quali è fondata la ventilazione naturale, ossia: il rinnovamento dell’aria causato dall’eccesso della temperatura dell’interno del luogo abitato sull’ambiente esterno. Egli pone in sodo che un buon sistema di ventilazione naturale consiste, non solo nel mandar via l’aria viziata, ma nel fare entrare l’aria pura nel modo il più inoffensivo alle persone per mezzo di grande aperture. Le bocche di presa d’aria oggi si praticano in alto della camera da ventilare, e le bocche dei camini di richiamo si dispongono a livello del pavimento. L’autore ricorda a questo proposito che il Morin consigliava di fare entrare l’aria da una cornice vuota con una lunga apertura, che consenta l’affluenza dell’aria stessa a modo di falda sottile. Per portare la velocità al limite di due o tre metri voluto dal Morin, l’autore consiglia invece l’impiego di congegni fumi fughi, come p. e. l’aspiratore del Noualhier, e l’aerospiro del Fromentel.”

Rivista Militare Italiana (1875)

Apparecchi idroterapici (1875), ©archive.org

Eydt

“Idroterapia a domicilio. Abbiamo già detto che l’ingegnere Eydt sulle indicazioni del prof. Fleury ha ideato un apparecchio. L’acqua destinata per questo è versata in un recipiente inferiore; una pompa la trasporta senza sforzi in un recipiente superiore. Ma la pompa ed il recipiente sono costruiti in modo che la prima è una pompa tanto ad aria che ad acqua, e che è facile sottomettere l’acqua contenuta nel recipiente a quella pressione atmosferica che si desidera, e che è indicata con esattezza da un manometro. Vi ha la doccia a pioggia, en cércles, la mobile, un semicupio con 4 doccie locali, che si pone nel recipiente inferiore, ed esse hanno una forza di proiezione che può variare da una mezza atmosfera, cioè una doccia di 5 metri, a ½ cioè a 15 metri, e che perciò risponde a tutte le indicazioni. L’apparecchio è fatto in modo che può essere posto dappertutto; basta contornarlo d’una tenda di tela cerata perché l’acqua si raccolga tutta nel serbatoio inferiore.”

Plinio Schivardi, Trattato teorico-pratico di Balneoterapia e di Idrologia Medica (1875)

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